Pubblicazioni
Tra le pubblicazioni dei Soci segnaliamo:
Lorenzo Cigana. 2022. Hjelmslev e la teoria delle correlazioni linguistiche, Roma: Carocci. Biblioteca di testi e studi. 344 p.
Il volume traccia la genesi e lo sviluppo della teoria delle correlazioni linguistiche di Louis Hjelmslev, uno dei più importanti linguisti strutturalisti del secolo scorso. Attraverso l’esame dei testi editi e delle fonti inedite, si ricostruisce lo sforzo di Hjelmslev di identificare, descrivere e formalizzare le leggi che regolano la struttura e l’evoluzione dei sistemi linguistici, a partire dall’assunto secondo cui gli elementi di una qualsiasi categoria contraggono opposizioni vaghe, di tipo prelogico. Tale idea, denominata “partecipazione”, costituisce la risposta di Hjelmslev alla teoria della marcatezza sviluppata negli anni Trenta del Novecento da Roman Jakobson e Nikolai Trubeckoj. Esplorandone gli ingredienti concettuali e mostrandone la portata in quanto tentativo di formalizzare il funzionamento della logica naturale del linguaggio, il libro pone un utile tassello nella ricostruzione del pensiero strutturale in quanto tale.
Louis Hjelmslev. 2022. Essais et communications sur le langage, ed. by Lorenzo Cigana. Genève & Lausanne: sdvig press. Figures of Structuralism, 2. 422 p.
La première partie de ce volume recueille les interventions et les discussions dans lesquelles Hjelmslev figure comme rapporteur lors de séances du Cercle linguistique de Copenhague, ou lors d’autres colloques, et dont les minutes sont éparpillées dans différents Bulletins et Acta. On y trouvera aussi la reproduction des débats qui ont suivi les communications ayant été publiées par la suite sous forme d’articles. La deuxième partie est constituée de contributions plus longues, qu’on peut légitimement qualifier d’articles. Certaines parties de ce contingent ont déjà été publiées en italien ou en anglais : la traduction intégrale en français en a été réalisée ici, afin d’obtenir une uniformité générale. (Book in open access).
Cosimo Caputo. 2022. Nel segno. Percorsi di semiotica generale, Lecce: Pensa MultiMedia, pp. 382.
“Nel segno” c’è l’illimitata estensione della materia segnica, non ordinata, non marcata, fiume carsico che scorre sotto tutte le sue piegature o articolazioni praticate dagli esseri viventi. Su questo terreno nascono le differenti forme di comunicazione, o di semiosi, e le varie semiotiche che lo percorrono segmentandone diverse pertinenze e lasciandone al contempo residui, eccedenze, potenzialità di altri percorsi. Nel libro gli itinerari nella materia segnica sono quelli tracciati da Bachelard, Bachtin, Cassirer, Coseriu, Fabbri, Prodi, Rossi-Landi, Sebeok, Vološinov, e da Saussure e Hjelmslev sullo sfondo.
C’è un tema comune: l’uomo è un essere per il quale tutto può significare; il suo stare al mondo è uno stare nel significato, un dare significato e un porre la domanda sul senso, su ciò a cui si va incontro, e quindi un guardare oltre e accanto agli oggetti. Questo lógos semantikós si realizza nella e attraverso la socialità, è quindi originariamente sociosemiotico e in quanto lavoro umano di modellizzazione è il fondamento della semiotica generale e dei suoi percorsi.
Cosimo Caputo. 2021. Basi linguistiche della semiotica. Teoria e storia, Milano-Udine: Mimesis Edizioni, pp. 165.
“Basi linguistiche” come “basi epistemologiche” della semiotica; basi che delineano una teoria molto precisa: la semiolinguistica, contrapposta a un generico “campo semiotico”. Qui il segno verbale occupa un posto di rilievo essendo condizione imprescindibile della riflessione su tutti i segni, verbali e non verbali. È pertanto difficile per la semiotica fare a meno della linguistica, la quale, a sua volta, deve partire dalla nozione di segno e dunque darsi una costituzione semiotica per potersi occupare del segno verbale stesso. Una buona ricerca teorica, inoltre, non può prescindere da una “tradizione scientifica”: la dimensione storica acquista così una valenza epistemica. In questo quadro il libro colloca la questione dell’arbitrarietà del segno, della traduzione, dell’onnipotenza semiotica delle lingue, della dialettalità della semiosi, della natura stratificazionale del linguaggio, muovendosi con un passo teorico e storico.
Valerio Marconi. 2020. Tra filosofia, semiotica e strutturalismo. In dialogo con Aristotele, Peirce e Hjelmslev, Treviso: ZeL.
Che cos'è una relazione? Che cosa un segno? Il significato è relazionale? Il libro pone queste domande intrecciando in un dialogo che attraversa i secoli le prospettive di due classici della filosofia e di una delle voci più radicali dello Strutturalismo europeo. Dall'articolato percorso nei ed oltre i testi emerge l'elaborazione, aperta e mai definitiva, di un lessico comune per parlare dei principi della semiotica e per interrogarsi sul senso e sulla vita, poiché dove c'è vita c'è significato. La ricerca indica che il senso è una domanda rivolta a un significato relativo a una società e una cultura passate, di un passato anche prossimo (ma non per questo meno passato): nel dialogo, come fatto etico-esistenziale e al tempo stesso logico, l'umano coglie la propria specificità all'interno del vivente e l'analisi testuale trova un principio.
Cosimo Caputo. 2019. La scienza doppia del linguaggio. Dopo Chomsky, Saussure e Hjelmslev, Roma: Carocci, pp. 150.
La dualità è il tratto caratteristico dello “spirito scientifico” di Saussure e Hjelmslev che porta a un “ri-pensamento” della linguistica e della semiotica. Si tratta di proseguire la ricerca della scienza del linguaggio in una prospettiva non formalista delle forme del senso, che studia i sistemi e i processi di significazione, che coniuga il principio di formalità, o di organizzazione, con il principio di empiricità, o di sostanzialità o fenomenologicità. Una scienza morfologicamente doppia, o costitutivamente duplice, che rinuncia ad ogni prospettiva unilaterale e riduttiva sul linguaggio: una dualità che non è una mera somma aritmetica (uno più uno uguale due) ma un uno formato da due. Questo filo teorico arriva fino a Umberto Eco, passando attraverso la riflessione linguistica di Antonino Pagliaro e Mario Lucidi, e i loro rapporti con il Corso saussuriano e lo Strutturalismo.
Valerio Marconi Galvano della Volpe e il metodo semiotico strutturale, in E|C, rivista online dell'AISS, Associazione Italiana di Studi Semiotici (ISSN 1970-7452) [download].
L’articolo tratta dello strumento metodologico fondamentale nella Critica del gusto di Galvano della Volpe, la parafrasi critica. La gestazione di tale strumento affonda le sue radici nei primi scritti estetici dell’autore, ma acquisterà la sua centralità nell’estetica semiotica dellavolpiana solo in seguito a due confronti fondamentali: prima con Aristotele e Saussure, poi con Hjelmslev. Solo con la Glossematica della Volpe riuscirà a rinvenire la chiave semantica della poesia mediante la parafrasi critica, ridefinita alla luce delle nozioni glossematiche di denotazione e connotazione.
The paper deals with the core methodological tool in the Critique of Taste by Galvano della Volpe, viz. critical paraphrase. The development of such a tool is rooted in the early aesthetic writings by the author, but it will gain its centrality in Dellavolpean semiotic aesthetics only after two main assessments: firstly, of Aristotle and Saussure and, secondly, of Hjelmslev. Della Volpe has found the semantic key of poetry thanks to Glossematics by employing the critical paraphrase. Indeed, he redefined it in the light of two Glossematic notions, viz. denotation and connotation.
Louis Hjelmslev, La stratificazione del linguaggio. Introduzione, traduzione e cura di Cosimo Caputo, PensaMultimedia, Lecce-Brescia 2018, pp. 132, ISBN 978-88-6760-535-4
Questo saggio, pubblicato nel 1954, esplicita ulteriormente il progetto teorico hjelmsleviano, rendendolo più rispondente alle esigenze di una semiotica generale. Mentre nei Fondamenti della teoria del linguaggio Hjelmslev orienta progressivamente la teoria verso un oggetto più ampio di quello costituito dalle lingue e nel Résumé ne definisce meglio la specificità, qui ne approfondisce la struttura. La semiotica glossematica ricentra così l'attenzione sulle componenti iletiche del segno e del senso, procedendo da una premessa epistemologica universale a un modello di segno e di semiotica ben definiti, non lasciandosi inscrivere in un formalismo esclusivamente logico e prospettandosi, invece, come morfologia del senso. Nella sua introduzione Cosimo Caputo presenta questo libro con il titolo La stratificazione come architettonica della semiotica.
Cosimo Caputo, Il fondo e la forma. La semiosi, la semiotica, l'umano, edito da Pensa MultiMedia, Lecce-Brescia 2010, pp. 198.
Nella descrizione dei fenomeni segnici, la semiotica glossematica di Louis Hjelmslev pone la questione della sostanza-materia semiolinguistica in stretta connessione alla questione della forma: invece della loro opposizione escludente pone la loro opposizione partecipativa. La semiotica deve includere nel suo ambito l'istanza materiale dei segni, la loro corporeità, rendere conto delle incidenze del fondo sulla forma per avere una presa sulla realtà. Il colore dell'acqua marina «deriva dal riflesso del fondo sulla superficie, ed è là che occorre passeggiare» (Roland Barthes). Il corpo "fa segno", esprime contenuti passionali, razionali, forme di vita, ed è segno; è corpo semiosico e semiotico. I segni e il loro senso sono il risultato di situazioni viventi, di una embolied semiosis. La semiotica allora, con la sua metodica antiseparatista, scruta l'intrico che lega il mondo vegetale, animale e umano, il fondo e la forma, il sensibile e l'intelligibile, il visibile e l'invisibile, assumendo lo stile di pensiero della fisiognomica; diventa semiotica fisiognomica che tematizza la forma e il movimento del segno, ovvero il suo volto. È questo il filo che attraversa il libro anche nelle sue parti dedicate a Jean Poinsot e a Giovan Battista Della Porta, senza alcuna ricerca di precursori ma con l'intento di ricostruire riflessioni del passato in funzione di problematiche attuali.
Cosimo Caputo, Hjelmslev e la semiotica edito da Carocci, 2010.
Il volume espone la teoria del linguaggio di Louis Hjelmslev superandone gli stereotipi e al contempo facendo emergere le intuizioni nascoste e i germi intellettuali suscettibili di sviluppi ancora inediti. Nella prospettiva glossematica, che Hjelmslev ha fondato insieme al fonetista Hans J. Uldall, la linguistica si allarga fino a diventare la "forma" di tutti i sistemi segnici, verbali e non verbali, arrivando così a coincidere con una semiotica il cui obiettivo è quello di descrivere le relazioni interne ed esterne dei singoli fatti di comunicazione, risalendo alle loro condizioni di possibilità, e in cui le categorie della semiosi sono oggetti di ordine formale, identità non preformate ma definite dalle relazioni in cui entrano. Una "semiotica glossematica" che si configura come teoria della forma e della materia del segno. Recensioni: Nouveaux Actes Sémiotique [fr] di Sémir Badir Ocula [it] di Francesco Galofaro.
Louis Hjelmslev: Résumé: teoria del linguaggio, a cura di Romeo Galassi e Cristina Zorzella, Terra ferma, Vicenza 2009.
Costituito da un Componente Universale, un Componente Generale e un Metodo procedurale, il Résumé rifiuta ogni tipo di metafisica, ogni filosofia della Ding an sich, poichè non essendoci esperienza se non tramite il Metodo, ciò che importa è la descrizione fondata sui requisiti di Coerenza, Esaustività e Seplicità prescritti e richiesti dal Principio Empirico, che rappresenta l'autentica porta di ingresso del percorso teorico del Résumé stesso.